Antropocene. Sentieri sensibili - Notes and orientative maps
di Ugo Locatelli

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Sunto: “Antropocene. Sentieri sensibili” è un progetto di Ugo Locatelli: un’occasione per rifl ettere sul presente e sul futuro del nostro pianeta, sui nostri stili di vita, sullo stretto legame tra la salute ambientale e quella umana, attraverso una serie di note e mappe orientative in dialogo con le testimonianze fossili custodite nel Museo Geologico di Castell’Arquato. Il lavoro non è generato da un percorso di ricerca scientifi co, ma dal prendere in considerazione i linguaggi delle scienze, della fi losofi a, e della sperimentazione estetica come esplorazioni della realtà. I “Sentieri sensibili” della seconda parte del titolo sono le possibili vie di ricognizione per ognuno. Gli esperti distinguono l’Antropocene da epoche precedenti, ad esempio il Pleistocene o l’Olocene, per l’impatto determinante dell’uomo sul clima e sull’ambiente.

Abstract: “Anthropocene. Sensitive paths” is an project by Ugo Locatelli: it is an opportunity for refl ect on the present and future of our planet, on our lifestyles, on the close connection between environmental and human health - through a series of texts, and maps in dialogue with the fossil record kept in the Geological Museum of Castell’Arquato. The work is not a scientifi c research path, but want to consider the languages of science, philosophy, and aesthetic experimentationas explorations of the reality. The “Sensitive paths” of the subtitle are the possible ways of reconnaissance for everyone. Experts distinguish the Anthropocene from previous eras - for example the Pleistocene or the Holocene - for the decisive impact of man on the climate and the environment..

Ugo Locatelli è architetto, artista sperimentale con interesse per l’osservazione del mondo oltre le apparenze, il dialogo fra pensiero e immagine, l’intreccio dei saperi, l’ipertestualità, le potenzialità di segni e metafore. La ricerca per mezzo della fotografia inizia nel 1962 con esperienze sulla possibilità di sottrarre elementi del “reale” a sguardi superficiali. Alcuni progetti vengono realizzati con altri autori, ad esempio: con l’artista francese Ben Vautier del Gruppo Fluxus il Festival Internazionale Non-Art nel 1969; con lo scrittore Sebastiano Vassalli il libro Teatro Uno. Il Mazzo. Il gioco del teatro del Mondo, alla Biennale di Venezia nel 1972. Da segnalare anche due tesi di laurea: sulla sua ricerca fotografica del periodo 1962-1972 (Lezoli 2003, Parma) e sul lavoro più recente (Licata 2006, Catania). Nel 1997 ha dato vita al percorso “Areale”, un laboratorio di apprendimento per scoperta, di osservazione della filigrana della realtà, verso un’ecologia dello sguardo e del pensiero.

ArteScienza Anno VII, N.14 dicembre 2020